Past Lives, recensione in anteprima

“Il passato è solo una storia che raccontiamo a noi stessi” (Her di Spike Jonze).

Non esiste frase migliore per descrivere l’opera prima della regista Celine Song. Una storia totalmente autobiografica che mette in luce il passato sentimentale di un autrice nostalgica, ma al tempo stesso risoluta. Il film racconta di Nora e Hae, due personaggi che sin dalla tenera età hanno mostrato amore l’un per l’altro e che improvvisamente, come un po’ quasi tutte le storie adolescenziali, si perdono totalmente, prendendo strade diverse. A distanza di 12 anni i due si ritroveranno sui social e ricominceranno non solo ad alimentare il loro rapporto, ma anche a ritrovare quella sintonia persa nel tempo. Past Lives si pone sin da subito come un film che non vuole essere sentimentale, bensì riflettere sul sentimento stesso e su come esso possa offuscare ciò che abbiamo deciso di diventare o diventeremo. Un elemento che se vissuto con tremenda nostalgia può farci perdere di vista il presente, ciò che abbiamo costruito e le persone che ci stanno attorno, con le quali magari siamo riusciti a voltare pagina. Interessante sottolineare come la regista non prenda mai le parti di nessuno, ma si limiti solamente al racconto di un amore perso nel tempo.

Una curiosa disamina che gira attorno ad una delle domande cardine della nostra vita, che tutti noi almeno una volta ci siamo posti in situazioni del genere, ovvero “cosa sarebbe successo se?”. Domanda fondamentale per comprendere il punto di vista di entrambi i protagonisti che, scena dopo scena, raggiungono un equilibrio talmente ben scritto da trovare nel finale la tanto attesa risposta. L’accettazione del cambiamento e una riflessione per nulla banale sul destino diventeranno “la chiave di volta” per approfondire e rendere ancor più interessante l’intera opera. Ambientata in una New York affascinante ed accogliente, la messa in scena di Celine Song è quanto di meglio si possa riscontrare in un lungometraggio d’esordio. Una mano delicata ed elegante nel mostrarci le emozioni che vivono all’interno dei personaggi, rivelando dettagli e parole non dette attraverso il semplice ausilio dei loro sguardi. Un’autrice da tenere sicuramente d’occhio e che potrebbe dire facilmente la sua alla prossima notte degli Oscar (almeno questo è quello che speriamo). Ovviamente una storia del genere non avrebbe raggiunto vette di tale bellezza senza il sostegno dei suoi interpreti. Non esistono attori che rubano la scena o che spiccano di prepotenza sugli altri. Uno dei molteplici pregi di Past Lives è dato anche dalle prove attoriali dei suoi componenti, capaci di restituire allo spettatore un realismo con cui immedesimarsi istantaneamente. Tuttavia a causa dell’influenza di registi come Richard Linklater e la sua trilogia più celebre, da “Prima dell’Alba” a “Prima di Mezzanotte”, il film potrebbe risultare obsoleto dinanzi un occhio ambizioso e in cerca di novità, ma la sceneggiatura non vuole essere nulla di tutto ciò.

Past Lives affronta il passato per godersi al meglio il presente e Celine Song ci ricorda quanto sia importante non convivere con i ricordi, ma accettarli per quello che ci hanno insegnato. Una raffigurazione intensa, commovente e che trae beneficio dai rimpianti, senza ricorrere al moralismo.

Al cinema dal 14 febbraio!

Classificazione: 4 su 5.

Scritta da Simone Martinelli

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