Succession, una serie perfetta

Si è conclusa il 5 giugno 2023 la quarta e ultima stagione di Succession, serie ideata da Jesse Armstrong e prodotta dal duo Will Ferrell e Adam Mckay per HBO. Succession ci dipinge in maniera molto aderente alla realtà, ciò che accade nella famiglia di un grande magnate della comunicazione e della TV in generale quando questi si trova a dover cedere il controllo della sua azienda agli eredi. Nello specifico la serie tratta la storia della Famiglia Roy, dal momento in cui Logan (Brian Cox), il capofamiglia, inizia seriamente a pensare che non gli rimanga tanto da vivere e deve decidere a chi, tra i suoi figli Kendall (Jeremy Strong), Roman (Kieran Culkin), Shiv (Sarah Snook) e Connor (Alan Ruck), debba prendere il suo posto a capo dell’Azienda Televisiva Waystar-Royco. Da qui in poi assisteremo a lotte Familiari, scandali e colpi di scena in un contesto che varia in maniera spesso repentina dal drammatico al grottesco con infinite sfumature intermedie. ad uno spettatore italiano, ciò a cui si assiste ricorderà moltissimo le vicende, alcune recentissime, che hanno visto protagonista, suo malgrado, Silvio Berlusconi, le cui aziende ora sono finite in mano ai suoi eredi, in una cornice molto simile a quella che racchiude la Famiglia Roy in Succession (e in questa cosa i social ci hanno sguazzato come bambini nelle pozzanghere).

Ciò che colpisce di questa serie, è l’estrema aderenza alla realtà delle vicende narrate, ma ciò che colpisce ancora di più è il modo in cui vengono rappresentate: un prodotto nato per la TV viene, grazie ad una regia e un apparato tecnico/narrativo da urlo, traslato su un piano assolutamente “cinematografico”, con una scrittura perfetta, una recitazione sublime (in particolare Kieran Culkin, il Fuller di Mamma ho perso l’aereo, sovrasta tutti) e una gestione del ritmo che trasforma una serie “d’autore” destinata principalmente a un pubblico adulto, un prodotto da binge watching estremo capace di appassionare il pubblico di ogni fascia di età e gusto. Un altro elemento che caratterizza questa serie è la strana sensazione che infondono i personaggi, una sensazione di disagio portata dal fatto che per loro sia, ad esempio, inconcepibile sedersi su un’auto se non nel sedile posteriore con un autista al proprio servizio h24, o mangiare in ristoranti o locali che non siano di extra lusso, così come sia assolutamente normale spostarsi da un capo all’altro degli Stati Uniti a bordo di jet privati per fare ritorno anche solo dopo una sola ora dall’atterraggio. È come se i Fratelli Roy vivessero in un mondo parallelo, ad un livello superiore e questa sensazione viene resa evidente sia dalla narrazione, ma spesso anche dai comportamenti, atteggiamenti e dialoghi degli stessi protagonisti con altri personaggi ricorrenti nella serie, ma facenti parte della categoria delle cosiddette “persone normali”. Ed è anche per questo che si può dire che Succession sia una serie senza eguali, anche superiore ad altri capolavori quali “Lost”, “Breaking Bad”, ma soprattutto “The Newsroom”, per rimanere in ambito HBO.

Succession è una serie che rende difficile staccarsene una volta iniziata la visione, nonostante la durata di ognuno dei 38 episodi che la compongono sia inferiore ai 50 minuti, arrivando persino all’ora e venti per gli episodi del finale della quarta stagione. Disponibile su Sky Atlantic e, in streaming, sulla piattaforma Now Tv, ma solo fino a fine ottobre, quindi affrettatevi a gustarla.

Classificazione: 5 su 5.

Scritto da Luca Cardarelli

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